La muffa ed i ponti termici
Il problema delle macchie di muffa è in cima alla classifica delle cause di contenzioso tra venditori e acquirenti nel settore immobiliare, al punto che è stata coniata la definizione di danno da muffa. Ma da che cosa dipendono le macchie di muffa sulle pareti? Esclusa l’eventualità di perdite dalle tubazioni o di umidità da risalita, alla base c’è sempre un problema di isolamento dovuto a un errore nella progettazione o nella realizzazione dell’edificio che causa il passaggio e l’accumulo di umidità in alcuni punti della struttura, da qui la formazione di muffe maleodoranti sulle pareti.
Il problema delle macchie di muffa può dipendere dalla totale mancanza di isolamento nelle pareti, ma da quando si è cominciato a porre un minimo di attenzione alle prestazioni energetiche degli edifici è più facile che la causa sia un insidioso ponte termico, cioè una zona o un punto dove tra la parte interna e quella esterna del muro manca l’isolamento con conseguente passaggio (da qui la definizione di ponte) di umidità da fuori a dentro.
Avete presenti le facciate macchiate di muffa scura di alcuni edifici? Ecco, quello è un ponte termico dovuto alla mancanza totale di isolamento all’interno della parete. Quando invece le macchie di muffa si concentrano negli angoli e nelle giunzioni (vedi foto) significa che l’isolamento manca fra travi e pilastri: le pareti magari sono isolate bene, ma ci si è dimenticati della struttura portante e dato che il cemento armato è un buon conduttore di umidità pilastri e travi diventano ponti termici.
Il problema è aggravato dai fattori climatici: forti escursioni termiche, basse temperature, piovosità e scarsa insolazione fanno proliferare le macchie di muffa in mancanza di un adeguato isolamento. Tipicamente i danni dei ponti termici sono più evidenti nelle zone a clima freddo e nella stagione invernale, quando la differenza di temperatura tra esterno e interno è più elevata. Come per il muschio sugli alberi, la parte preferita da umidità e muffe è quella esposta a nord perché non è scaldata dal sole.
La situazione è delicata e il danno dei ponti termici è sempre duplice: da una parte c’è la dispersione termica di calore che fa salire le spese del riscaldamento (anche oltre il 30% in alcuni casi), dall’altra c’è un problema ancora più serio legato alla salute. La muffa, di diversi tipi, è una colonia attiva di microrganismi fungini e può arrivare a compromettere seriamente la vivibilità di un ambiente anche per chi non ha particolari allergie. Il cattivo odore è l’aspetto meno grave.
Purtroppo quando compaiono le macchie di muffa sui muri e arriva il cattivo odore significa che il problema esiste da tempo e raschiare l’intonaco (cosa peraltro sconsigliabile) non serve a niente. A poco o niente servono anche le vernici iper-chimiche coprenti e sigillanti, che semmai peggiorano ulteriormente la salubrità dell’ambiente. L’unico rimedio possibile è di tipo correttivo e sempre abbastanza costoso.
Prima di qualsiasi intervento serve però capire la vera origine del problema, anche per escludere del tutto la presenza di tubi perdenti o di guasti di altro tipo. In questa operazione è utilissima la termografia a infrarossi, che permette di fotografare la situazione termica dell’intero edificio o della porzione di esso dove si evidenziano le macchie di muffa. La termografia IR serve agli addetti ai lavori per pianificare interventi meno invasivi possibile, ma può servire anche ai privati per verificare lo stato di salute prima di un acquisto o per documentare il problema al venditore che lo aveva nascosto.
Una volta scoperto che le macchie di muffa dipendono dalla mancanza di isolamento nelle pareti o da ponti termici strutturali il rimedio è quasi sempre soltanto un cappotto isolante, che consiste nella’applicare sulla faccia esterna della parete un pannello di materiale isolante ricoperto da un intonaco, rinforzato da un’armatura e completato da uno strato di finitura. Si può fare con diversi materiali isolanti: il sughero biondo (non quello tostato che è un’altra cosa) è uno dei migliori perché è resistente e traspirante, oltre che ecologico.
Il guaio è che il cappotto isolante è un intervento costoso e se si tratta di un condominio occorre che tutti siano d’accordo. Due consigli per evitare il danno da muffa: se state costruendo una casa nuova assicuratevi che sia ben isolata e che il progettista e ancor più il direttore lavori abbiano ben presenti i possibili problemi. Spesso il danno da muffa nasce in cantiere a causa di fretta, superficialità e cattiva messa in opera. L’attenzione del direttore dei lavori è fondamentale.
Se invece state per acquistare un immobile già costruito richiedete al venditore tutte le assicurazioni possibili, compresa eventualmente una termografia IR. Non fidatevi di ambienti appena imbiancati che vi vengono mostrati in piena estate (quando i ponti termici sono meno evidenti). Se avete dei sospetti fondati rinunciate all’acquisto e cercate altrove, vista la posta in gioco non vale la pena rischiare.